Suicida artigiano 50enne di Genova. Ma Equitalia non ha niente da dichiarare

Si è buttato da un ponte facendo un volo di trenta metri. A casa lascia una moglie (disoccupata) e un figlio di circa 10 anni. Sono queste le uniche “certezze” relative all’ennesimo suicidio frutto della disperazione, avvenuto a Genova.
 
L’uomo, 50enne, in precedenza era stato impiegato come imbianchino.  «Mio marito ha ricevuto due cartelle esattoriali e si è sentito vittima di un’ingiustizia. Ultimamente lavorava poco anche a causa di una malattia che gli impediva di farlo con regolarità. Era disperato, avvilito, ma non immaginavo potesse arrivare a togliersi la vita, anche se era ossessionato. Non si è mai arreso e cercava da oltre un anno un’altra occupazione, una qualsiasi, che ci permettesse di andare avanti. Ma ogni suo sforzo è stato inutile». Così la vedova, secondo cui il debito con Equitalia ammontava a più di 200mila euro. 
 
Dal canto suo l’Agenzia delle Entrate sostiene che «non c’è un contenzioso tributario né cartelle esattoriali del Fisco né contestazioni specifiche in materia di studi di settore. L’unico debito che risulta a carico del signor M. ammonta a poche centinaia di euro che peraltro aveva chiesto e ottenuto di potere estinguere con una semplice rateizzazione presso il nostro sportello di Genova». 
 
Tuttavia, Adiconsum segnala da tempo una situazione anomala. «Nel 2015 abbiamo assistito 47 genovesi che hanno ricevuto cartelle esattoriali molto esose. Uno degli ultimi casi di cui siamo occupati  riguarda un medico genovese che per pagare le tasse ha dovuto vendersi casa, auto e moto. E nonostante questo non è riuscito a racimolare tutti i soldi che servivano».