Rossella Fidanza: «solo insieme possiamo sconfiggere questo sistema cancerogeno»

Un Paese che ha visto gravemente compromesso il suo tessuto produttivo e che fatica a ripartire, perché fortemente appesantito dalla sfiducia in un sistema che non dà risposte, ma che pretende e basta. Questo il quadro che emerge dalle parole di Rossella Fidanza, che nonostante le pesantissime difficoltà degli ultimi anni, è ripartita dalla sua tenacia e dalla voglia di condividere con più persone possibile quello che le è successo. Perché non debba più ripetersi. (qui la prima parte dell’intervista)

L’impegno che porta avanti quotidianamente fa sì che molti piccoli e medi imprenditori, commercianti e artigiani La contattino per raccontarLe la propria storia e per chiederLe consigli. Che idea si è fatta del “clima” di questo silenzioso “tessuto produttivo”? Prevale la sfiducia, o comincia a diffondersi la voglia di rivalsa?  C’è qualche storia, che ritiene particolarmente emblematica, in positivo o in negativo?

Il tessuto produttivo come lo conoscevamo anni fa, quello che ci ha portato ad essere tra le prime potenze economiche mondiali, non esiste più. Anzi, la verità è che non esiste più tessuto produttivo. Le aziende, grandi o piccole che siano, sono sempre più strozzinate da banche e fisco, non hanno respiro ed inevitabilmente crollano. Non c’è la minima tutela per il popolo delle partite iva e per le piccole imprese, mentre le too big to fail, vedi banche tanto per rimarcare, godono di continui aiuti statali. Il ceto medio, che era poi quello più tartassato, è stato letteralmente raso al suolo: siamo un Paese strutturato ormai come i vecchi cosiddetti del Terzo Mondo, tutta la ricchezza in mano a pochi, il resto alla fame. Abbiamo toccato il fondo, e questo è pericoloso, perché la fase della sfiducia è passata, sta emergendo la voglia di rivalsa si, ma non costruttiva bensì distruttiva. Io credo che siamo seduti su una bomba ad orologeria e se non la si disinnesca in fretta saranno guai. Le persone sono state portate al limite dell’esasperazione, non ce la fanno più, e mi chiedo come sia possibile che nessuno al governo lo capisca, nessuno. I suicidi che continuano sono un segnale eclatante, sempre più cittadini avvertono il desiderio di sapere, e questo genera tensione sociale. Dove porterà, non è dato saperlo, ma ho paura che non sia nulla di buono.

Devo ammettere di essere quotidianamente contattata da svariate persone, titolari di imprese, di partite iva, semplici cittadini: non c’è più differenza. E purtroppo le storie sono sempre le stesse: banche che chiedono il rientro, banche che usurano, banche che minacciano, Equitalia che toglie il sonno. Paura, terrore. Questo è quello che avverto. Potrei raccontare di centinaia di casi, per me ognuno ha eguale importanza, non ho una classifica o un caso particolare, ed anche se ci fosse non ne parlerei mai pubblicamente. Lo farei se fosse positivo, per dare il coraggio di continuare a lottare, ma al momento forse l’unico esempio è parlare di me stessa: se e quando lo faccio, è solo per dare un supporto psicologico, per dire, ehi, ti capisco perché ci sono passata prima di te, e ti posso dare una mano, un’indicazione di via da percorrere che è risolutiva dei tuoi problemi. Non è una via facile, perché si verrà sottoposti ad ancora più pressioni ed intimidazioni nel tentativo di dissuaderti e di farti abbassare la testa. Ma se avrai il coraggio di andare fino in fondo, tornerai libero e magari anche con la restituzione di quello che questo sistema cancerogeno ti ha rubato.

Quali reazioni invece ha registrato da parte della “classe politica” italiana?

Abbiamo una classe politica in Italia?

A me non pare. Abbiamo tanti parassiti sulle nostre spalle, quello si.

Vuole la verità? Gliela dico. Ho avuto proposte di lavoro da banche,  proposte da partiti politici, tutte puntualmente rifiutate. Però mi hanno fatto capire che sono sulla strada giusta, sto iniziando ad infastidire perché risveglio gli animi delle persone, informandole.

La politica in Italia ha smesso di esistere da almeno trent’anni, sostituita da un ammasso di personaggi che pensano alla poltrona e a come rubare denaro pubblico, a come corrompere imprenditori che per un appalto ed ottenere lavoro, si vedono costretti a pagare bustarelle. Ogni giorno un nuovo indagato, ogni giorno un nuovo scandalo. E vengono toccati tutti i partiti, nessuno escluso. La politica in Italia è diventata ormai una cricca serva dell’Europa, assolutamente lontana dalla realtà comune, che si chiude a riccio per autodifendersi e tutelare privilegi che si sono autoregalati. Aspettarsi reazioni da gentaglia di questo tipo è pura follia. A loro non interessano i cittadini. A loro interessano i loro conti in banca, la loro immunità ed impunibilità, il loro stipendio mensile, i vitalizi, le pensioni d’oro. Siamo ben oltre la casta. Siamo sulla luna.

Certo, ci sono i distrattori in Parlamento, coloro che sono messi li apposta per far credere di essere diversi, salvo poi nascondersi dietro il dito di essere in minoranza. Le persone non sono stupide, se la smettono di essere manipolate da strumenti di comunicazione politicizzati, capiranno davvero il trucchetto. E allora la reazione ci sarà, ma non da parte della politica, che resta ben chiusa a palazzo.

Recentemente attraverso Internet si è diffuso l’hashtag  #IOnonMIammazzo, lanciato da Peppino Barresi, da qui è nato un gruppo Facebook che sta rapidamente coinvolgendo sempre più persone. E’ in contatto con loro? Come valuta fenomeni virali come quello?  Possono essere efficaci nel medio-lungo periodo?

Li seguo, ma non sono in contatto diretto con questo gruppo. Credo che siano un ottima medicina comunicativa, generano positività e spirito di cooperazione, ed è solo tramite questa via che riusciremo ad uscire dal baratro, noi cittadini insieme, certo non la politica.

Ci sono stati fenomeni di questo tipo che sono durati pochissimo, ad esempio i tweet storm in favore dei Marò, e la loro fine è stato comprendere di trovarsi di fronte ad un muro di gomma ed interessi che vanno oltre la difesa di due connazionali.

Nessuno di questi fenomeni è durato molto fino ad ora. Le secchiate di ghiaccio a favore della Sla, ad esempio, hanno avuto l’apice di popolarità per video sfotto’ che riprendevano la secchiata sui “decapitati” dall’ISIS. Il tutto erano divertenti, basti pensare che siti come Lercio hanno il doppio degli accessi del Fatto Quotidiano la dice tutta sul livello sociale attuale, e dovrebbe far pensare non poco. Abbiamo smesso di pensare e questo è grave.

Però mi auguro che l’iniziativa di Peppino Barresi, che approvo tantissimo ed ha tutto il mio appoggio, possa continuare e servire da deterrente per chi, come me, si è trovato sul baratro della disperazione: la linea tra il fare un passo indietro o lanciarvisi è sottilissima. Io sono fortunata, sono qua a dire che nonostante tutto, sono viva. E mi batto proprio perchè tutti coloro che vivono questa situazione abbiano la forza di fare un passo indietro. Quindi continuate a dire #Iononmiammazzo. Siamo tutti fondamentali, ciascuno di noi, insieme siamo una potenza. Dobbiamo solo crederlo.

 
 
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