Perdere l’immobile in cui si vive, e non riuscire neanche a pagare i debiti

«Fermate quest’asta. Ci vogliono svendere la casa». Si può sintetizzare così la vicenda che ha coinvolto una coppia di Palermo. L’immobile di residenza è stato infatti pignorato a seguito di problemi con le banche, e, a seguito di vendita giudiziaria, un acquirente se lo è aggiudicato a 60mila euro. A fronte di una valutazione iniziale di 200mila. La proprietà consta di ben 120 metri quadrati.  Così, è stato inoltrato un reclamo al Collegio del Tribunale competente da parte del loro legale, Stefano Cultrera.
«La vendita deve svolgersi  in relazione all'attuale valore di mercato del bene pignorato, che non deve essere svenduto». Il codice sancisce infatti il blocco della procedura, laddove l’importo offerto sia caratterizzato da un sostanziale ribasso. Già anni fa la casa era stata oggetto di procedura giudiziaria, conclusasi con un nulla di fatto, a seguito della revoca della vendita per 80mila euro. 
A fare da contraltare al reclamo dei coniugi, una circolare interna della sezione Esecuzioni Immobiliari del Tribunale di Palermo, secondo cui «la semplice notevole inferiorità del prezzo di aggiudicazione rispetto a quello giusto sarebbe insufficiente ai fini dell'esercizio del potere di sospensione delle vendite».
La decisione finale spetta intanto al Collegio della Sezione…
«Fermate quest’asta. Ci vogliono svendere la casa». Si può sintetizzare così la vicenda che ha coinvolto una coppia di Palermo. L’immobile di residenza è stato infatti pignorato a seguito di problemi con le banche, e, tramite vendita giudiziaria, un acquirente se lo è aggiudicato a 60mila euro. A fronte di una valutazione iniziale di 200mila. La proprietà consta di ben 120 metri quadrati.  Così, è stato inoltrato un reclamo al Collegio del Tribunale competente da parte del loro legale, Stefano Cultrera.
 
«La vendita deve svolgersi  in relazione all'attuale valore di mercato del bene pignorato, che non deve essere svenduto». Il codice sancisce infatti il blocco della procedura, laddove l’importo offerto sia caratterizzato da un sostanziale ribasso. Già anni fa la casa era stata oggetto di procedura giudiziaria, conclusasi con un nulla di fatto, a seguito della revoca della vendita per 80mila euro.
 
A fare da contraltare al reclamo dei coniugi, una circolare interna della sezione Esecuzioni Immobiliari del Tribunale di Palermo, secondo cui «la semplice notevole inferiorità del prezzo di aggiudicazione rispetto a quello giusto sarebbe insufficiente ai fini dell'esercizio del potere di sospensione delle vendite».
 
La decisione finale spetta intanto al Collegio della Sezione…