Nuove vittorie dei cittadini contro anatocismo e registro cattivi pagatori

Comportamenti illeciti delle banchecomportamenti_illeciti_delle_banche

Impotenza, frustrazione, angoscia. Sono questi gli stati d’animo che colpiscono il cittadino vittima di comportamenti illeciti da parte delle banche. 
 
Nei decenni, infatti, si è stratificata nell’opinione pubblica la consapevolezza dell’esistenza di una fitta coltre d’impunità a coprire (e agevolare) l’operato degli istituti di credito.
 
Tuttavia, sembrano maturi i tempi per un cambio di rotta, grazie alla sempre più diffusa presa di coscienza, da parte dei privati, dei propri diritti. Una situazione, questa, frutto dell’operare congiunto delle associazioni di categoria, e dell’informazione di massa
 
Si moltiplicano così le pronunce degli organi giudiziari che vedono riconosciute le istanze dei cittadini. Due sono i principali campi della “battaglia” con le banche: l’applicazione di tassi illeciti, e l’impropria segnalazione in Centrale Rischi. 
 

Perugia: azienda vince causa contro Monte dei Paschi di Siena

Dal Tribunale Civile del capoluogo umbro è arrivata, lo scorso 27 aprile, la sentenza che ha riconosciuto in capo all’istituto di cedito l’obbligo di risarcire un’impresa locale per un totale di circa 500mila euro. 
 
L’azienda, difesa dall’avvocato Mariani di Foligno, aveva segnalato l’applicazione di interessi anatocistici sul massimo scoperto, e si era avvalsa della consulenza tecnica dello studio ternano gestito da Goffredo Copparoni e Gianluca Di Mei. 
 
Spesso, quando i clienti delle banche intentano una causa paventando l’eventualità di esser stati vittima di usura, si rende necessario un lavoro certosino di “scavo”, finalizzato al riesame di contratti ed estratti conto datati
 
Il fenomeno scaturisce, sostanzialmente, da rapporti di forza asimmetrici, in quanto caratterizzati da una consolidata posizione dominante vantata dall’istituto di credito”. Così Goffredo Copparoni. 
 
Circa il 20% delle cause pendenti presso la Commissione Tributaria Provinciale d Terni vede impegnato il nostro studio, a dimostrazione della volontà di contrastare lo stato di cose. Le imprese, grandi o piccole che siano, come pure i privati cittadini, hanno diritto alla restituzione delle somme indebitamente versate. Ciò senza dimenticare che è necessario sensibilizzare l’utenza a riconoscere e smascherare i predoni degli indebitati, il cui unico obiettivo è monetizzare ansie e angosce altrui attraverso la sistematica speculazione. In tal senso è meritevole l’impegno profuso da Adusbef”. 
 

Il debito è ripianato attraverso il saldo e stralcio? Niente segnalazione in Centrale Rischi 

A stabilirlo, il Tribunale di Roma con l’ordinanza del 27 gennaio scorso. Questo ha peraltro riconosciuto il risarcimento del danno determinato dall’illegittima iscrizione nel registro dei cattivi pagatori della Banca d’Italia. 
 
Nel caso specifico l’interessato, dopo aver ottenuto un prestito, aveva proposto alla banca un accordo a saldo e stralcio, che, a fronte della decurtazione del debito complessivo, aveva comportato il pagamento della restante parte. 
 
Ciononostante, era stata effettuata la segnalazione in Centrale Rischi, definendola conseguente al mancato versamento di una quota.
 
L’ordinanza del Tribunale di Roma ha stabilito che, essendo l’accordo raggiunto tra le parti una transazione (accordo transattivo liberatorio) a tutti gli effetti, impedisce l’iscrizione nel registro dei cattivi pagatori relativamente alla parte del debito non saldata. Detto orientamento è stato espresso anche dalla Banca d’Italia con apposita circolare. 
 
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La redazione