Lecce: annullato debito da 450mila euro per vizio di notifica

Una cartella esattoriale che piomba inattesa a casa può rappresentare un dramma. A questo si somma una beffa crudele, quando la notifica è stata eseguita da Equitalia in modo opinabile e discutibile. Spesso infatti, non essendo presente nessuno presso il domicilio indicato, si liquida la procedura affiggendo un documento sul portone. Così basta una folata di vento per farlo sparire … e ledere in modo definitivo il diritto d’informazione dell’interessato. 
Fortunatamente però, la burocrazia è diventata “sorvegliata speciale”, grazie all’azione di sensibilizzazione portata avanti dalle associazioni dei consumatori, e ciò ha significato il moltiplicarsi delle cause volte a tutelare i loro diritti. Le sentenze che li vedono vittoriosi sono peraltro in aumento, anche grazie all’energica difesa di avvocati che stanno maturando sul campo un’esperienza specifica. L’ultima pronuncia, in ordine di tempo, ad andare in questa direzione, arriva dalla Commissione Tributaria Provinciale di Lecce.
La sentenza n. 2082 del 2017 ha infatti dichiarato viziata da nullità assoluta una cartella esattoriale di circa 450mila euro inerente il pagamento di Irpef, Ires e Iva notificata il 29 novembre 2010. Equitalia è stata contestualmente condannata al saldo delle spese di giudizio per un ammontare di 8.000 euro oltre accessori di legge. La pronuncia, ribadendo qual è il corretto iter di notifica dell’avviso di pagamento, si è richiamata a quanto stabilito in materia dalla Corte di Cassazione.
Giovanni D’Agata (presidente dello Sportello dei Diritti) ha salutato favorevolmente la sentenza, sottolineando che va garantita al cittadino l’opportunità di difendersi efficacemente contro le cartelle esattoriali. Qualora ciò non avvenga, spiega, è condivisibile l’orientamento ormai consolidato che vede Equitalia condannata anche alle spese di giudizio. 
Va ricordato, peraltro, che sul caso in questione si era pronunciato anche il Tribunale di Lecce bollando come falsa la dichiarazione inerente il recapito dell’avviso di deposito della raccomandata contenente l’atto di accertamento nella cassetta delle lettere dell’interessato. La stessa era infatti stata in precedenza rimossa da ignoti. 
Una cartella esattoriale che piomba inattesa a casa può rappresentare un dramma. 
ANNULLAMENTO_CARTELLA_EQUITALIA
A questo si somma una beffa crudele, quando la notifica è stata eseguita da Equitalia in modo opinabile e discutibile. Spesso infatti, non essendo presente nessuno presso il domicilio indicato, si liquida la procedura affiggendo un documento sul portone. Così basta una folata di vento per farlo sparire … e ledere in modo definitivo il diritto d’informazione dell’interessato. 
 
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Fortunatamente però, la burocrazia è diventata “sorvegliata speciale”, grazie all’azione di sensibilizzazione portata avanti dalle associazioni dei consumatori, e ciò ha significato il moltiplicarsi delle cause volte a tutelare i loro diritti. 
 
Le sentenze che li vedono vittoriosi sono peraltro in aumento, anche grazie all’energica difesa di avvocati che stanno maturando sul campo un’esperienza specifica. L’ultima pronuncia, in ordine di tempo, ad andare in questa direzione, arriva dalla Commissione Tributaria Provinciale di Lecce.
 
La sentenza n. 2082 del 2017 ha infatti dichiarato viziata da nullità assoluta una cartella esattoriale di circa 450mila euro inerente il pagamento di Irpef, Ires e Iva notificata il 29 novembre 2010. Equitalia è stata contestualmente condannata al saldo delle spese di giudizio per un ammontare di 8.000 euro oltre accessori di legge. 
 
La pronuncia, ribadendo qual è il corretto iter di notifica dell’avviso di pagamento, si è richiamata a quanto stabilito in materia dalla Corte di Cassazione.
 
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Giovanni D’Agata (presidente dello Sportello dei Diritti) ha salutato favorevolmente la sentenza, sottolineando che va garantita al cittadino l’opportunità di difendersi efficacemente contro le cartelle esattoriali. Qualora ciò non avvenga, spiega, è condivisibile l’orientamento ormai consolidato che vede Equitalia condannata anche alle spese di giudizio. 
 
Va ricordato, peraltro, che sul caso in questione si era pronunciato anche il Tribunale di Lecce bollando come falsa la dichiarazione inerente il recapito dell’avviso di deposito della raccomandata contenente l’atto di accertamento nella cassetta delle lettere dell’interessato. 
La stessa era infatti stata in precedenza rimossa da ignoti. 
 
La redazione