Equitalia esige un credito inesistente? E’ tenuta a pagare

L’Agenzia di Riscossione si ostina in una richiesta infondata? Questa “colpa grave” le può costare una condanna, con ripercussioni anche economiche. A stabilirlo, la Cassazione con l’ordinanza n. 25852 del 22 dicembre scorso. 
 
Equitalia, quindi, è ora tenuta a pagare 4.000 euro. La responsabilità che le è stata attribuita è non aver realizzato l’infondatezza della richiesta, che, d’altra parte, sarebbe emersa facilmente dalla lettura dei documenti in suo possesso. «Non v’è alcuna norma dalla quale possa desumersi l’obbligo dell’agente di impugnare il provvedimento di esclusione del credito e di insistere per l’accoglimento di una domanda della quale, sulla scorta dei dati di cui dispone, può agevolmente verificare la manifesta  inesattezza» così la Cassazione.
 
In precedenza era stato il Tribunale di Torino a rigettare la domanda di Equitalia per l’ammissione allo stato passivo del fallimento di una srl. In quell’occasione era stato rilevato che l’Agenzia di Riscossione  aveva già ottenuto quanto richiesto, quindi la reiterazione costituiva «mera e inammissibile duplicazione».