Debiti: Equitalia “sotto accusa” da parte della Corte Suprema

Abbassare la testa davanti ai lupi e alzare la cresta in presenza dei deboli è un atteggiamento da bulli.  Una piaga che a volte si annida perfino nei luoghi che dovrebbero difendere le fasce più fragili … e invece le massacrano. Fare la voce grossa davanti ai “potenti” sarebbe infatti impegnativo, e rischioso. La buona notizia però, è che, a volte, l’arroganza istituzionalizzata viene stanata e bacchettata. Nei giorni scorsi, per esempio, la Corte Suprema ha bollato come inaccettabile la prescrizione ordinaria di Equitalia.
 
«Ogni Commissione Tributaria emette dispositivi pro o contro il contribuente a seconda del singolo modo di interpretare la legge. C’è chi sposa la tesi della scadenza delle cartelle esattoriali e chi, invece, quella portata avanti dall’Agenzia di Riscossione, secondo cui un debito è sempre esigibile. Il problema è un altro: quest’ultimo potrebbe essere eterno se non subisse nessun incremento, come la mora e i tassi di interesse, perchè prima o poi un contribuente potrebbe riuscire a estinguerlo senza finire sul lastrico o vedersi portar via ogni cosa che possiede». Così Federconsumatori sintetizza quella che è, a tutti gli effetti, un’anomalia fiscale.
 
Peraltro, la stragrande maggioranza delle azioni intraprese da Equitalia (90%) ha per oggetto importi compresi tra 500 e 50mila euro. «Molti si chiederanno: perchè non sono stati onorati questi debiti, sostanzialmente ‘ridicoli’? Perchè spesso a casa del contribuente non arriva la cedola per il pagamento dei rifiuti o per una multa stradale. Così, queste si accumulano, a causa di un cambio di residenza, per esempio. La domanda ‘esatta’ sarebbe invece: come mai piccoli debiti vengono notificati a distanza anche di 10 anni?». Impietosa ma lucida l’analisi del Centro Studi Anticrisi di Federcontribuenti.