Cosa fare quando il recupero crediti diventa stalking?

Una giungla. Così può essere definito, in una parola sola, il mondo del recupero crediti. Aziende disposte a tutto pur di riprendere le cifre dovute, anche a macchiarsi di reati ricorrendo ad azioni di vero e proprio terrorismo psicologico. Purtroppo, spesso riescono ad avere gioco facile cavalcando la vergogna e lo stato d’isolamento in cui il debitore è sprofondato. Uscire da questa spirale è difficile ma non impossibile. Ecco tutto quello che devi sapere se sei caduto nella morsa.
«Premesso che anche nel campo del recupero crediti sono vietate tutte le prassi che siano invasive, lesive del diritto alla riservatezza e della dignità personale  la legge prevede specificatamente che riguardo ai contenziosi in materia di telefonia (ma anche di TV commerciali a pagamento come Sky o RTI Mediaset Premium), prima di adire le vie legali le compagnie debbano obbligatoriamente tentare una conciliazione con la controparte: in mancanza della quale, le società di recupero crediti non hanno titolo per rivolgersi direttamente al consumatore e tentare il recupero del presunto credito». Questo è quello che stabilisce la legge 249 del 1997 che disciplina la materia.
 
I call center non perdonano
Spesso le aziende appaltano la riscossione del credito agli operatori telefonici e questi, per far cassa, in genere non vanno molto per il sottile. Conoscere il nome della persona che chiama, della società per cui lavora e del creditore che c’è a monte è un diritto del debitore, e il numero da cui viene contattato deve essere visibile. Inutile dire che il più delle volte tali doveri vengono totalmente disattesi. D’altra parte, mentire è praticamente la “regola”. Proviamo a smascherare le bugie più diffuse.
 
«Non paghi? Finisci in carcere!». L’inadempimento è di natura civilistica.
«Non onorare il debito può portare alla dichiarazione di fallimento». Per arrivarci, al contrario, è necessario un’apposita procedura.
«Rischi di subire un pignoramento». Il procedimento esecutivo richiede un decreto ingiuntivo.
«Continua così, e ti verrà a bussare a casa l’esattore». È una specie di figura mitologica questa, evidentemente inesistente per quanto riguarda i privati, che invece hanno a che fare con l’ufficiale giudiziario. Lo spauracchio “agitato” davanti ai bambini è l’uomo nero, e quando crescono, e per vari motivi si indebitano, si passa all’esattore. 
 
In ciascuno di questi casi è consigliabile contattare un avvocato o un’associazione dei consumatori per essere adeguatamente tutelati.
 
Prevenire è meglio che curare
Prudenza e lungimiranza sono le parole d’ordine per evitare sgradite sorprese. O perlomeno, fare tutto quello che è nelle proprie possibilità per provarci. Qui di seguito qualche dritta preziosa per conservare la propria salute mentale.
Carta canta. Conservare l’originale del contratto da cui è scaturito il debito. In questo modo si può verificare in qualsiasi momento l’esattezza della cifra richiesta. 
Ti hanno estorto qualcosa durante una conversazione? Questa non ha nessun valore legale. A fare fede, sempre e comunque, sono le comunicazioni documentabili attraverso posta cartacea o elettronica.
 
Archivia tutti gli attestati di pagamento, così non potranno pretendere importi già sborsati.
Vieni contattato per un debito inesistente? È una truffa a tutti gli effetti, e il responsabile va segnalato all’Autorità di Pubblica Sicurezza presso il Garante per il Privacy per trattamento improprio dei dati personali.
 

 

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