Contribuenti – Equitalia 1 a 0. Da oggi si possono impugnare anche estratti di ruolo

Tradizionalmente demonizzati dall’opinione pubblica e costretti tra l’incudine e il martello (pagare i dipendenti o star dietro alle scadenze dell’Inps?), finalmente, negli ultimi mesi, gli imprenditori cominciano a vedere riconosciute le loro ragioni. Stanno infatti arrivando, da svariati tribunali d’Italia, sentenze che accolgono le loro rimostranze nei confronti dell’operato, a volte alquanto pressappochista, di Equitalia. Il 2 ottobre è stato il turno della Campania, dove un fabbro aveva contestato l’estratto di ruolo che lo “condannava” al pagamento di circa 700.000 euro, tra sanzioni e relativi interessi. La vera novità, che potrebbe rappresentare da qui in avanti un precedente per altri contribuenti, è costituita dal fatto che la Corte Suprema ha sancito l’impugnabilità di tale documento (sentenza numero 19704). Questa, in pratica, è un’ulteriore arma di difesa per il cittadino.
 
Finora era possibile impugnare solo le cartelle esattoriali. Così, i malcapitati che per un qualsiasi motivo non le ricevevano, venivano informati della propria posizione debitoria solo dopo essersi recati fisicamente presso Equitalia e aver richiesto l’estratto di ruolo (il cartaceo riepilogativo delle somme dovute e di quelle in credito). 
 
A quel punto, si ritrovavano però con le mani legate, in quanto erano costretti ad aspettare il pignoramento o il fermo amministrativo dei beni, per presentare opposizione. Perciò, spesso l’Agenzia di Riscossione infarciva gli estratti con le cosiddette cartelle fantasma.
Peraltro, da qui in avanti l’onere della prova spetterà proprio a Equitalia e non al debitore. 
 
 
 
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